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Pressione fiscale in aumento: flat tax panacea di tutti i mali?

La pressione fiscale è, da sempre, un tema molto sentito in Italia, paese che vanta, non casualmente, un numero assai elevato di evasori fiscali. Una piega che, col tempo, sembra via via attutirsi, ma che è lungi dall’essere definito sconfitto. I dibattiti, in tal senso, si perdono nella notte dei tempi, fra promesse elettorali mai mantenute a causa, di fatto, dell’enorme di debito pubblico che grava sul nostro paese.

Pressione fiscale in aumento rispetto al 2018

Se i governi centrali hanno, ad oggi,  le mani legate da stringenti vincoli, qualche agevolazione, per quanto riguarda le tassazioni decentrate, lo stanno mettendo in atto le regioni, come ben illustrato da questo articolo di viterbonews24. Misure certamente non sufficienti per soddisfare l’intera cittadinanza, che però possono essere un piccolo aiuto per i ceti medi e bassi del nostro paese, ovvero la fetta più consistente dei contribuenti italiani.

Le proposte per migliorare le entrate del fisco diminuendo il carico fiscale sulle spalle dei cittadini, sono state molteplici. Ma tutte hanno dovuto fare i conti con la realtà e non sono state mai praticamente attutate.

Lo testimoniano, al meglio, i dati forniti dall’ISTAT, che indicano una pressione fiscale che passerà dal 41,8 del 2018 al 42,3% nel 2019, in sensibile aumento nonostante le promesse elettorali dei vari partiti. La pressione fiscale viene calcolata tramite il cosiddetto “tax rate”, ovvero una sommatoria fra le imposte dirette, indirette, in conto capitale e contributi sociali divisa per PIL a valori correnti.

Un dato, quindi, estremamente attendibile, che ben inquadra come il decremento di imposte sia ancora un sogno per la maggior parte dei cittadini. Nell’ultimo anno, il tema fiscale ha trovato ampio spazio sui giornali, essendo una bandiera elettorale estremamente importante per uno dei due partiti attualmente al governo.

Flat Tax, le opinioni di detrattori e sostenitori

Il nome “flat tax“, fino a poco tempo fa ai più sconosciuto, è entrato di prepotenza nel lessico popolare, spesso a sproposito. Ma di cosa si tratta? La “flat tax” è un sistema fiscale basato su un’aliquota unica – a differenza di quelle progressive attualmente in essere nel nostro paese – al netto di eventuali detrazioni o deduzioni.

Tuttavia, anche nei paesi che hanno adottato questo sistema di contribuzione fiscale, spesso non si è attutata una vera e propria flat tax, al punto che diverse nazioni hanno deciso di abbandonarla dopo averla sperimentata per alcuni anni. I maggiori fruitori di questa imposizione fiscale sono stati i paesi dell’Est Europa, alcuni dei quali, dopo un iniziale entusiastico riavvio delle proprie economie, hanno deciso di sostituirla con imposte progressive.

Ad oggi, gli unici paesi che ancora la adottano sono la Russia e svariati paesi dell’ex URSS, oltre che la maggior parte dei paradisi fiscali. I sostenitori della “Flat Tax” mettono in risalto come questo tipo di tassazione consenta, grazie ad una minor pressione fiscale, una maggior contribuzione da parte dei cittadini, aumentando il gettito fiscale e riducendo, conseguentemente, l’evasione fiscale.

I detrattori, invece, mettono in risalto come a risparmiare, in termini fiscali, siano solo i ceti più abbienti, quelli che oggi contribuiscono in maniera maggiore percentualmente parlando, a discapito dei redditi medio-bassi, oltre ad affermare che prima di attuare qualsiasi forma di tassazione unica vadano legiferate norme severe e rigorose contro l’evasione fiscale.

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