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Stipula di un’assicurazione; attenzione alla veridicità dei dati

Le assicurazioni sono ormai piuttosto avvezze ai tentativi di truffa nei loro confronti, ragione per cui non esiste più la cieca fiducia in ciò che viene detto e riportato. Le truffe assicurative rappresentano una voce importante rispetto ai costi sopportati dalle assicurazioni, costi che poi si riversano sulle polizze, per cui le truffe di pochi le pagano tutti. Un tempo per fare l’assicurazione ci si recava nell’agenzia vicino a casa, magari l’assicuratore conosceva anche di persona il potenziale cliente o conosceva qualcuno della famiglia della persona che si recava da lui per una polizza. Era più difficile mentire su alcuni dati e lo si faceva anche meno perché i valori di onestà erano certamente più sentiti che ai nostri giorni.

Ora, soprattutto con le assicurazioni online, è tutto decisamente più impersonale, da una parte e dall’altra del modem. Se dichiariamo di avere 30 anni invece di 23, fornendo magari anche un codice fiscale “addomesticato”, chi è dall’altra parte del terminale, come potrà accorgersene, non vedendoci nemmeno in faccia? Ecco, quindi, che le assicurazioni si tutelano a fronte di dichiarazioni mendaci semplicemente controllando attraverso i database istituzionali.

Naturalmente, se in fase di preventivo forniamo dati non veritieri, succede poco, soltanto l’assicurazione, a fronte di una discrepanza tra i dati forniti e quelli che risultano istituzionalmente, chiederà di produrre documenti idonei ad accertare quale sia la vera informazione prima di procedere con il contratto. Stessa cosa, ovviamente, anche per l’auto: tutti i dati forniti devono essere coerenti con le risultanze dei dati istituzionali. Bisogna essere attenti a queste cose, perché l’assicurazione potrebbe anche decidere di denunciare il nostro comportamento rispetto al quale, legalmente, potrebbe ravvisarsi il reato di tentata truffa.

Se, invece, l’assicurazione si fidasse delle nostre dichiarazioni, riusciremmo a risparmiare qualcosa finché ci va bene. Nel caso occorresse un sinistro, però, facilmente verremmo smascherati, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, recita un vecchio detto, e in quel caso l’assicurazione non risarcirebbe i danni dell’incidente e la denuncia per truffa sarebbe pressoché inevitabile.

Vi è infine da dire che anche in caso di dichiarazioni non veritiere fatte in buona fede, comunque a termini di Codice Civile, il contratto assicurativo deve ritenersi annullato per vizio colposo e si perderebbero i risarcimenti, anche se in questo caso, probabilmente non potrebbe ravvisarsi il reato di tentata truffa, in quanto le dichiarazioni mendaci rese non rivestivano carattere intenzionale, presupposto fondamentale per la costituzione di truffa.

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