Non passa giorno che non vengano riportate notizie sulla rete riguardo agli andamenti di mercato nel settore assicurativo, ed in particolare, vengono segnalati tutti quei dati statistici atti a supportare la tesi che la tale compagnia “X”, si trovi in situazione di crisi, o addirittura, che si trovi in perdita: quanto è legittimo preoccuparsi?
Sicuramente le fluttuazioni di mercato sono una realtà: spesso dipendono da fattori esterni, come ad esempio il recente concatenarsi di eventi naturali, che hanno portato delle serie perdite alle note compagnie internazionali, o più generalmente per cambiamenti di normative o fattori borsistici, i quali, come del resto i suddetti elementi, hanno la caratteristica di essere piuttosto imprevedibili.
Quello che spesso si sottovaluta, è l’effettivo rapporto di causa-conseguenza, che lega tali avvenimenti concernenti il lato se vogliamo “burocratico” delle assicurazioni, al diretto consumatore, ovvero l’assicurato: spesso infatti si ha l’errata idea che enormi perdite vadano a discapito esclusivo del cliente. Se da una parte l’assicurato è purtroppo costretto a subire innalzamenti di premio, è anche vero che c’è un margine entro il quale, per norma non è possibile tassare troppo il cliente.
E’ quindi importante evitare di dar troppo peso agli allarmismi: certo siamo in un periodo poco roseo, ma molti dimenticano che navighiamo in queste acque già da qualche tempo, e nonostante le difficoltà sia gli assicurati che le compagnie assicurative italiane, hanno sempre superato le crisi, dimostrandosi aziende sopra la media europea, in merito alla solidità finanziaria. In sostanza, un po’ di prudenza va sempre adoperata, senza però eccedere.
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