Federalismo Fiscale sulle assicurazioni: già nascono le controversie

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Andando subito al sodo, la nuova normativa prevede che le tasse che dovremo pagare per l’assicurazione RCA, non verranno più pagate direttamente alle assicurazioni che ci vendono la polizza, ma alle province che avranno la facoltà di aumentare o diminuire del 3,5% la tassa sull’assicurazione.

Tutto questo risulterà possibile perché alle province è stata data più autonomia con la conseguente riduzione delle entrate che prima arrivavano ad esse dallo Stato; le province potranno gestirsi questo margine del 3,5%, che molto probabilmente (anzi è già in atto) verrà utilizzato per l’incremento delle proprie entrate, a discapito però degli automobilisti. Praticamente, per sopperire alle mancanze statali, tali spese andranno verosimilmente a gravare sui cittadini.

Le compagnie assicurative, non saranno più quindi dei “mediatori creditizi” e lasceranno quest’ulteriore imposta (che prima era inglobata nel costo totale della polizza) da pagare separatamente all’agenzia delle entrate.

Il decreto attuativo è entrato in vigore lo scorso Giugno 2011, e attualmente l’imposta sulle assicurazioni RC auto è del 12,5% e con l’aumento del 3,5% potrebbe arrivare ad un salasso pari al 16% proprio con il federalismo fiscale. Per un’assicurazione di 500 euro, ad esempio, con questo sistema fiscale spenderemmo 515 euro. Sembrano pochi, ma per chi ha parecchie macchine questo si tradurrebbe in un vero e proprio salasso.

Alcune città come Lecce, Rimini, Reggio Emilia e molte altre ancora hanno già aderito al decreto, con lo scontento di tutto il popolo automobilista che continua a vedere solo aumenti, e pochi effettivi cambiamenti positivi.

Una pesante “mazzata” che non guarda in faccia niente e nessuno e che permette alle province di guadagnare su delle imposte, diciamocelo, controverse se finiranno per essere “scialacquate” da chi ne beneficerà.

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